Un mese fa
invece ho visto una foto su Instagram, condivisa sul profilo di una donna che
stimo moltissimo, che mi ha rassicurata a riguardo: se la coltissima,
stilosissima e intelligentissima Camilla di Zelda was a writer fa la stessa
cosa non c’è niente di cui mi debba vergognare.
Così nei
giorni scorsi l’ho rifatto: una rosellina era stata strappata dalla sua pianta,
probabilmente da mani goffe o dal vento, ed era atterrata sul viottolo del mio
cortile. Non ho voluto lasciarla lì.
In casa non avevo un vaso, tantomeno un contenitore
adatto a uno stelo così corto, così anche questa volta mi sono arrangiata: sul
tavolo sostava un inutile calice di plastica, conservato perché sapevo che prima o poi sarebbe
“tornato utile per qualcosa anche se non so cosa”, ed è lì che l’ho riposta.
L’acqua l’ha subito rinvigorita e per due giorni questo fiore ha allietato il mio tavolo a
pois. Poi mi ha fatto capire di essersi impegnata abbastanza così ho deciso di
farla seccare per conservarla, semplicemente appendendola a testa in giù con una
molletta.
Adesso, quando raccolgo i fiori e la gente mi guarda schifata esclamando
“Ma cosa fai?!” io mi sento un po’ meno sciocca e nella mia mente penso: “Stolti,
lo fa anche Camilla! Cosa potete capirne voi…”.
Con questo pensiero, che mi ricorda l’atteggiamento di pacata presunzione
che sfoggiavo quando andavo all'asilo, posso proseguire la mia giornata più
serenamente. Tutto sommato ero una 3enne saggia.
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